Egregio Severgnini,
Scommettiamo che scateno un putiferio? Ho deciso di iniziare a dire tutto ciò che non mi va e comincio dagli Italians di cui ho scoperto l’esistenza recentemente.
Smettetela di glorificarvi perché vivete all’estero, non si è migliori per questo. Io lavoro come interprete/traduttrice, vivo fuori da circa 30 anni per mia scelta e non mi sento così speciale.
Per i «non italiani» vivere in altri Paesi o avere i figli in giro per il mondo è normale, anzi normalissimo. Gli italiani invece continuano a fare ovunque i gruppetti chiusi, a rimproverare chi non ritorna o chi potendo restare parte. Criticano e si arrabbiano con chi osa miscugli con l’italian way of life e non mantiene integra l’italianità assoluta e unica. Solo noi italiani sappiamo cucinare le lasagne, sappiamo vestirci bene, sappiamo godere la vita.
Sveglia gente, perché anche se non ve ne siete ancora accorti il mondo è diventato piccolo, piccolo. Gli italiani che escono vengono sostituiti dagli stranieri che entrano come succede dappertutto ormai e ne nascono interessantissimi mix-etnici. Lei poi, caro S., non rimpiange i manovali o gli artigiani che non tornano in Italia, questi non le mancano vero? I suoi contatti all’estero sono manager, avvocati, dottori o ricercatori, ma sono italiani anche quelli che lei, con fare sublime, ignora. In compenso però lei ha sempre una risposta a tutto su tutto per tutti, complimenti ha pochi dubbi e tante verità, La invidio.
Ci ho messo un po’ a comprendere che cosa mi disturba di certi Italians: la mancanza di modestia, parola antica e fuori moda mi pare di capire. Forse non prendersi tanto sul serio aiuta a essere un po’ più simpatici.
Mi si scusi se l’italiano non è brillante e giornalistico come si pretende nel suo forum, ma cari Italians siate tolleranti, almeno in questo, e considerate che 30 anni all’estero lasciano il segno.
Manuela Montanari, ira.furor@yahoo.de
fonte www.corriere.it